La relazione mente/corpo in oriente e occidente.
Forse, per molto tempo, il corpo è stato rappresentato in modo non completo. Ancora oggi, una grande maggioranza di persone associa la testa al “soggetto” e il corpo all’oggetto dell’esperienza; in questo modo la sensazione e i messaggi che il corpo ci invia vengono vissuti come se fossero esterni all’organismo e non parte della persona.
Anche in campo medico la relazione mente/corpo è stata spesso ignorata; nella visione positivista, ad esempio, il “corpo-meccanico” era posto al centro delle scienze mediche e il paziente era un semplice oggetto di ricerca.
Differentemente dalle scienze occidentali, la medicina orientale non ha mai attuato una separazione netta mente/corpo e la motivazione è da ricercare nella differente visione che essi hanno del mondo: fiori e animali, rocce e fiumi sono sempre stati considerati come dotati di una propria e autonoma vita spirituale, di un’anima per così dire. Essi non sono semplici strumenti per la manifestazione dell’uomo o del potere creativo di un dio separato da loro, ma come espressione originale di una vita cosmica e del suo spirito. In questo contesto, quindi, l’uomo non è un essere privilegiato ma si inserisce nel mondo come ogni altro elemento naturale, cioè costituito di corpo e anima.
Fortunatamente oggi in Occidente la relazione tra mente e corpo è stata rivalutata e posta al centro della ricerca medica. Nel 1986, a Ottawa (Canada), si è riunita l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) che ha posto al centro della discussione la necessità di garantire a livello mondiale la Promozione della Salute, intesa – quest’ultima – come benessere fisico, mentale e sociale.
Considerare l’uomo come composto di mente e corpo è fondamentale, in quanto il nesso tra corpo, spirito e psiche è talmente stretto che la salute – o la malattia – di una delle parti coinvolge presto o tardi le altre.
“Mens sana in corpore sano”, diceva Giovenale (poeta e retore romano – 70 d.C.), ed è questo il segreto di una buona qualità della vita.